oltre il balzo del frangiflutti
le conchiglie spiaggiate in massa
qualche raro passante
spezza
fra tappeti scrocchianti e macerie
la fanciulla stupita
con un’unghia di porcellana
sfiora scaglie
tu puoi romperle o carezzarle, questo è niente:
l’assassino già le ha trafitte, succhiate dai fori a cono
conoscono sventramenti e tempeste
lo sfinimento d’inverno, sferza d’acqua crudele
così è più dolce la fine, ora
lungo le inquiete correnti del mare –
un prato mormora a destra
ondeggiano fiori di sole
conchiglie sfatte
in ventagli svaniscono, spirali ellissi
cangianti in collo di tortora
stelle diventano, informi macchie
gioielli o grani di sabbia
folgorato dall’onda non vedo
il bianco go-fun giapponese
ma creature marine rugose
sognanti una pace imperfetta