Sussurravano i pini di Fiemme
lamentazioni d’aria e gelo
ricordando il travaglio d’antica legna
morsi di seghe, ingranaggi d’acqua
il buio nel mulino d’inverno, il pane di sangue
era nero, quel vento –
muove foglie d’argento e betulla, oggi
l’erba è colma di luce, seminata di fieno e corvi
i pascoli rasi, traboccano gli orti
sentieri a nastro carezzano i prati
nel tenero declivio, giù
accanto ai paradisi d’ombra dei vecchi
spirali sonnambule della memoria
incidono pietre: e fioriscono i nomi coi gerani –
cuori rossi nell’aria, una linfa
sotto la pelle d’erba
visibile anche su
http://paroleinviaggio.splinder.com/post/17953686
grazie, Paolo