Cantava l’amore, Veronica, un tempo
lucente in seta e tessuti d’Ormuz –
fra le grate della Pietà suonavano liuti
clavicembali, violini e flauti,
pioveva oro alle chiome diffuse
sopra le altane
la gondola di Manet bevve la luce
di pietra, franta in riflessi –
Edouard versava sui quadri
vibrazioni e nuances
sognando l’Oriente, nuotava Byron
sotto il marmo a trafori –
inseguiva passioni di gloria
dissoluzione, morte in Grecia
ed ognuno scopriva i suoi fantasmi
farsi corpo nel guscio di Venezia
tu, nel vetro e nell’oro
saturo di notti elettriche, nubi corrusche
sovrapponi alle impronte d’oggi
suggestioni d’un mondo immaginario –
uno scatto, e l’istante rimane
traslocato in luce, trafitto
Carnevale ti porta fughe
di labari e gabbiani, occhi sgranati –
tra i ventagli, le maschere, i velluti
drappeggiati si esaltano i corpi
si occultano fino a svanire –
scendono ciglia lievi, s’alzano palpebre
con imperio d’enigma
la vernice dei tacchi, rosso che urla
su coriandoli sfarinati ovunque
e spariscono i corpi, tremano sguardi
nel farsi nere mandorle di nulla
dentro mantiglie vive come sangue
[…] CARNEVALE Author: poetilandia | Files under Arte, Poesia […]