camminerai nel tempio screziato
d’ombre rosse, candidi slanci:
tra flessibili tronchi ondeggiano felci
sassi si sgranano
macchie e squarci in nervature di foglie –
vivo muschio sommerge i ceppi
ti circonda il faggeto
bronzo e oro allo sguardo
apre strade con svolte luminose –
ai tuoi piedi, si stendono foglie
frantumate in riposo inquieto
intorno, si stringono alberi
in attesa chiara, con scorze d’ombra –
guardi in alto: bruciano in gialli ammassi
lamine controluce
rami e tralci snodati sono tagli
in bagliore d’autunno
oltre il bosco, sui prati
vedi recinti vuoti, senza animali –
l’altopiano ha morbide curve
fantasmatici ciuffi, rami
trascolorati in viraggio alieno
macchie di sempreverdi
anche quest’anno ascolti
il concerto di vetro che fonde l’aria –
con tocchi sottili
si svelano le mutazioni
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